L’ultimo video dei Nine Inch Nails mostra un videogame che nasconde una storia paurosa: Polybius, il videogame maledetto, era davvero un esperimento del governo USA?

Sapete che sono appassionato di musica (soprattutto rock, metal & affini) e quando quest’arte si intreccia con tante altre delle mie passioni (tra cui l’archeologia informatica e i misteri tecnologici irrisolti nella fattispecie), l’approfondimento è d’obbligo e non potevo fare a meno di pubblicarlo proprio oggi che è Halloween, festa tanto cara agli americani.

Less Than

La band industrial metal di Trent Reznor, i Nine Inch Nails, il 13 Luglio ha rilasciato un singolo dal loro ultimo EP Add violence, dal titolo Less Than. Chi non è appassionato di retrograming o comunque di videogiochi in generale, sorvolerebbe sul video, anzi eviterebbe anche di guardarlo dato che è fin troppo psichedelico.

Nel video di Less Than appare un videogame per praticamente tutta la durata del video, dal titolo Polybius, realizzato da una certa LamaSoft e quindi in un turbine di scenari realizzati come sotto effetto di LSD, un’astronave viaggia in un tunnel mentre scorrono le parole della canzone.

Polybius in realtà non è il titolo di un videogame a caso, così come anche la software house che compare nel titolo del gioco, la (mitica) LamaSoft, non è un nome a caso. Il fatto che oggi questo gioco esista realmente potrebbe benissimo passare in secondo piano, ma procediamo per gradi anche perchè l’argomento tocca parecchie cose che mi garbano assai.

Jeff “Yak” Minter

Una delle mie leggende personali, Jeff Minter, detto “Yak” (il fondatore della Lamasoft, che esiste dagli anni ’80), ha rilasciato Polybius a Maggio di quest’anno per Playstation 4 con il supporto del visore Playstation VR ed è in fase di sviluppo anche la versione PC che possiede le scritte configurabili come appaiono nel video dei NIN e che mostrano le parole della canzone, per cui la versione che appare nel video dovrebbe essere proprio quella preliminare per PC.

Jeff Minter è un personaggio che adoro: è il classico hippie anni ’80 strano e matto quanto basta per stimolare la mia curiosità. Sin dai tempi del Commodore64 ha realizzato titoli davvero fuori dal comune: psichedelici, assurdi e con logiche davvero complesse, nei suoi giochi sono sempre presenti ungulati  (è fissatissimo con capre, pecore, lama, cammelli, bisonti, tori ecc e nelle foto ufficiali spesso appare insieme ad uno di questi animali, il suo stesso soprannome, Yak, è una conferma di questa sua passione).

Jeff Minter. In un’intervista realizzata per il film-documentario From Bedroom to Billions spiega il perchè del suo amore verso lama, capre e pecore: https://www.youtube.com/watch?v=H3F4ItZSjHw

Non ho mai terminato nessuno dei suoi giochi e uno dei miei preferiti in assoluto era Iridis Alpha su Commodore 64. Non ho mai capito se da piccolo ero affascinato dal gameplay, che si svolgeva su due livelli diversi in contemporanea, dal quadro comandi dell’astronave, astruso e con scritte complicatissime o semplicemente vedevo in quel turbine di colori, simboli esoterici, parole difficili e teste di tori, tutto il misterioso genio di Jeff Minter.

Uno screenshot di Iridis Alpha

Molti della mia età ricorderanno con piacere altri giochi di Jeff tra cui Attack of the Mutant Camels o Gridrunner che tra l’altro Jeff ha anche rilasciato negli anni recenti per IOS, OSX e Android seguendo un progetto che ha denominato Minotaur Project che si propone di riportare in vita, per i sistemi attuali, le (sue) vecchie glorie del passato.

Tempest

Jeff, oltre a lavorare in maniera autonoma con la Lamasoft, ha anche lavorato per la gloriosa Atari. Nel 1981 Atari rilasciò, in versione arcade, un videogame chiamato Tempest, realizzato da David Theurer in grafica vettoriale e che doveva essere, inizialmente, una sorta di variante in prima persona del classico Space Invaders. Tempest utilizzava la tecnologia Quadra-Scan di Atari che permetteva una grafica vettoriale a colori a differenza dei monitor vettoriali in uso fin’ora che erano monocromatici (vedi Spacewars del 1977, Asteroids del 1979  e Battlezone del 1980).

Atari Tempest

Curiosamente, anche Tempest compare in un video musicale: Subdivisions dei Rush, del 1982.

Jeff nel 1994 realizza per Atari un remake di Tempest dal nome Tempest 2000, inizialmente per Atari Jaguar, poi portato anche su altre piattaforme tra cui Playstation con il nome di Tempest X3. Nel 2000 Jeff realizza un altro remake chiamandolo Tempest 3000,  per un sistema sconosciuto ai più: il Nuon.

Nel 2014, con la Lamasoft, Jeff rilascia per PSVita il gioco TxK che gli vale una citazione in giudizio da parte di “quelli che dicono di chiamarsi Atari” (come lui stesso afferma in un post su Twitter facendo chiaro riferimento al fatto che la Atari di oggi non è assolutamente la Atari degli anni ’80, di cui conserva solo il nome) date le similarità con il vecchio Tempest 2000: questo gli impedisce di continuare lo sviluppo previsto di TxK per PS4 e PC.

Ok ma cosa c’entra Polybius in tutto questo? Se avete visto il video dei Nine Inch Nails e una versione qualsiasi di Tempest fatta da Jeff Minter noterete delle somiglianze nei due giochi. Direte voi: chiaro… sono state realizzate dallo stesso programmatore! Si ma… Jeff lo ha rilasciato sotto le ali del suo Minotaur Project che, come abbiamo detto all’inizio, dovrebbe rappresentare la sua idea di riportare alla vita, sulle piattaforme moderne, le sue vecchie glorie e idee del passato ad 8 bit. Ma Polybius, di fatto, non era un gioco di Jeff Minter… In realtà non è mai stato un gioco realizzato da nessuno… o forse si?

Il mistero di Polybius

Quella di Polybius è una leggenda urbana nata intorno al 2000, anno in cui un sito, coinop.org, che si occupa di classificare i videogame arcade, stilò una scheda su questo ipotetico gioco di cui già da tempo si sentiva parlare ma che nessuno aveva mai visto nè aveva informazioni sufficienti.

Un utente commentò la scheda del gioco dicendo di essere in possesso di una ROM di Polybius che era riuscito anche a  leggere in parte. In particolare questo utente disse che era riuscito ad estrarre delle stringhe di testo tra cui “(C)1981 Sinneslöschen”. Già il nome della software house era tutto un programma: si tratta di un nome composto da due parole tedesche: Sinnes (sensi) e Loschen (cancellare, estinguere). Chiaramente non c’era traccia, all’epoca, di una software house con questo nome (oggi si, a partire dal 2007, ma è stata una conseguenza dell’accaparrarsi il nome in seguito alla diffusione della leggenda). La pagina di coinop.org di cui parlo esiste ancora  e si possono leggere tutti i commenti.

La leggenda narra che nel 1981, vennero distribuite a Portland (una città dello stato dell’Oregon negli USA) alcuni cabinati (uno? due? tre?) di un videogioco che nessuno aveva mai sentito prima: Polybius appunto. Su Twitter si parla anche di un certo Pennoyer Building che ospitava una sala arcade e che pare abbia ospitato il famigerato cabinato.

Si narra che questo gioco alterasse le capacità cognitive di chi lo utilizzava: i ragazzi cominciarono a soffrire di amnesia, incubi notturni, vertigini, allucinazioni, attacchi epilettici, tendenze suicide. Pare che lo stesso gioco causasse assuefazione e che il cabinato presentasse graffi e urti dovuti proprio al fatto che c’erano risse per stabilire chi dovesse essere il successivo a giocare. La leggenda vuole anche che periodicamente degli uomini in nero (i famosi Men In Black che compaiono sempre quando ci sono dei segreti federali da nascondere!) si avvicinassero al cabinato per scaricare alcuni dati come la tabella degli high-score e forse una specie di scatola nera che registrava il modo in cui le persone avevano giocato.

Sembra difatti che tale videogame fosse un esperimento federale per il controllo comportamentale, probabilmente per la CIA o per l’esercito, che mandava messaggi subliminali (addirittura, si dice, che il gioco inseriva in automatico un credito e sussurrasse a chi era vicino frasi del tipo “perchè non ti fai una partita”). Ad ogni modo nessuno ha mai visto la ROM di cui l’utente parla sul sito coinop.org, il che è strano dato che in genere questo tipo di ritrovamenti ha un notevole risalto nella comunità dei videogiocatori : un esempio è stata l’enorme pubblicità del prototipo della prima Playstation realizzata da Nintendo o del prototipo del Sega Pluto giusto per citarne due che hanno fatto un certo scalpore e con i quali i relativi proprietari potrebbero guadagnare un bel mucchio di denaro dalla vendita senza contare quello che probabilmente stanno già guadagnando con tutte le interviste rilasciate. Quindi, voglio dire: a me sembra strano che qualcuno abbia in possesso una ROM così leggendaria e non ne approfitta per sistemarsi le ossa.

Pare che il videogame venne ritirato dopo circa un mese e non si seppe più nulla. Dopo il post del 2000 sul sito di coinop.org ci sono stati alcuni commenti da parte di un certo Steven Roach che affermò di aver lavorato negli anni ’80 per la (fantomatica?) Sinneslöschen realizzando appunto questo videogame “innovativo” che però era in grado di causare crisi epilettiche, a quanto pare, a causa di errori nella programmazione, per cui venne ritirato dal mercato e tutto il materiale relativo ad esso venne distrutto (!). Addirittura alcuni dipendenti della software house vennero licenziati. Chiaramente di tutto questo non ci sono prove e personalmente mi sembra strano che uno sviluppatore non abbia conservato nemmeno un pezzetto di una propria creatura: io stesso conservo appunti, foto ecc. (mi viene da dire: bah!). Tutto distrutto? Tutto? Mi dispiace ma a me questa storia non convince.

Nel 2007 il sito Snopes.com, che si occupa appunto di leggende urbane, escluse la possibilità che possa esistere un videogioco in grado di causare conseguenze simili a quelle descritte dalla leggenda e qualcun altro pensò che questi fantomatici Men in black erano persone dell’intelligence americana che giravano per annotare le iniziali di quelli che raggiungevano i punteggi più alti in videogiochi come Space Invaders, Asteroids, Defender (beh molti film degli anni ’80 sono incentrati su questo, dopotutto!) o semplicemente erano funzionari statali che controllavano che i videogiochi non nascondessero nulla di illegale (ipotesi sicuramente più probabile della prima!). Steven Roach invece affermò che gli “uomini in nero” erano in realtà dipendenti della software house che si recavano sul posto per verificare i videogame dopo le segnalazioni di attacchi epilettici.

In aggiunta, date le similarità con Tempest, qualcuno potrebbe aver visto giocare dei ragazzi a qualche versione preliminare del celebre videogame della Atari anche se, in realtà, questa ipotesi è stata smentita.

Comunque da tutte quest ipotesi a costuire una leggenda il passo è breve, tra l’altro anche la scelta del nome è tutta un programma: difatti Polybius (in italiano: Polibio) era un famoso storico greco che affermava che qualsiasi storico non doveva mai parlare di avvenimenti senza essere in possesso di prove certe come documenti o testimonianze (!). Polibio era anche un esponente di una nobile famiglia della regione di Arcadia (!) e ha inventato un sistema di criptazione noto come Scacchiera di Polibio (!)

Nel 2011 qualcuno ha addirittura affermato di aver visto un cabinato di Polybius venire spostato da un magazzino di Newport (sempre in Oregon) per poi scomparire nel nulla. Sul sito del CICAP viene anche detto che qualcuno ha affermato di aver trovato una ROM di Polybius nel 2012 presso un magazzino in Puglia e che sarebbe presente un codice numerico che, inserito nel menù operatore, permetterebbe di accedere ad una schermata nella quale è possibile configurare gli effetti ed i disturbi che Polybius deve provocare all’utente finale. Di quest’ultima ROM è stata diffusa una foto che ritrae la scheda di memoria con un codice ma non viene fatto riferimento alle fonti della notizia e personalmente non ho trovato nulla in rete. Ad ogni modo nell’articolo del Cicap ci sono delle imprecisioni dato che viene detto che all’epoca di Polybius (1981) non esisteva la tecnologia vettoriale a colori mentre sappiamo bene che Atari la introdusse, con i monitor Quadra-Scan, proprio in quell’anno.

Fatto sta che sono passati più di 30 anni e il mistero non è mai stato svelato!

Ad oggi, come anticipato, esiste un sito della Sinnesloschen creato da alcuni appassionati dopo il diffondersi della leggenda, da dove è possibile scaricare una versione di Polybius ricreata dalle descrizioni e testimonianze raccolte e che non è ovviamente il gioco di Jeff Minter. Personalmente non l’ho scaricata/provata e non intendo farlo!

Citazioni di Polybius

Un cabinato di Polybius compare spesso in cartoni/film/fumetti/videogiochi. Nell’episodio dei Simpsons “Homer, ti prego non li martellare” sul cabinato compare ironicamente anche la scritta “Proprietà del governo americano”:

Nel cartone animato Ralph Spaccatutto:

Nel telefilm americano I Goldbergs, stagione 1 episodio 21 “The age of Darkness” (episodio, tra l’altro, incentrato sull’ossessione per i videogiochi):

Nel videogioco Crossing Souls:

Nel videogioco Stranger Things (all’interno dell’Hawk Theater):

Nel numero 341 di Dylan Dog, Al servizio del Caos, in casa di Marcus Irvine, in più di una vignetta:

Novità: nell’Episodio 5 Stagione 1 della serie televisiva Loki  della Marvel (Viaggio nel mistero/Journey into mystery, andato in onda in Italia il 7 Luglio 2021), compare, in secondo piano, un cabinato di Polybius dietro al Loki Anziano (noto anche come Classic Loki) quando tutte le varianti di Loki si trovano nel Covo Segreto dopo essere sfuggiti ad Alioth e si ritrovano a parlare delle proprie vite:

Il caso

Vuole il caso che mentre stavo scrivendo questo articolo, nel momento in cui ho caricato l’immagine di un ipotetico cabinato di Polybius, nel momento in cui ho premuto il pulsante upload su wordpress, il computer è andato in crash e non nascondo di essermi un po’ spaventato data anche la tarda ora, il buio, la pioggia e tutte le storie strane che stavo leggendo mentre mi documentavo. Ma la cosa ancora più strana è stata che al riavvio, nonostante avessi salvato l’articolo dal front-end di wordpress (che, tra l’altro ha anche il salvataggio automatico!) mi sono ritrovato a dover riscrivere tutto! La pagina era bianca! Ho raccontato il fatto ad alcuni amici e uno di loro, Adriano Avecone di The Retrogames Machine mi ha subito preso in giro con un celebre meme:

Fatto sta che la seconda volta che l’ho riscritto, di santa pazienza, ogni tanto mi giravo indietro per vedere se c’erano dei men in black pronti a cancellare di nuovo tutto!

Documentario

Vi lascio qui un bel documentario di un’ora. Magari attivate i sottotitoli in inglese per capirci meglio.

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