Come realizzare un mulino a vento per il presepe
Il Natale si avvicina e personalmente, amante di questa festa religiosa nonchè di tutto ciò che ruota intorno all’elettronica, ogni anno mi do da fare per abbellire con qualche mia trovata tecnologica il Presepe.
Ricordo ancora quando intorno ai 5 anni mio padre mi fece vedere un led, rosso, e gli chiesi di comprarmene altri perchè volevo fare un presepe con quelle “lucine” così curiose e me ne portò altri 4 o 5, tra cui uno verde (lo adoravo!). Realizzai il mio primo presepe con una scatola delle scarpe dalla quale sbucavano fuori questi led alimentati da una pila a 9volt. Mi scusino i lettori per questa parentesi, ma ogni tanto i ricordi affiorano e mi dilungo un po’, ne sono passati di anni ma la magia del Natale è sempre la stessa.
Questo “spunto”, questa idea che sto per presentarvi l’ho realizzata in realtà 7 anni fa (e funziona ancora senza problemi!), quando settorezero.com non esisteva ancora, ma a tutt’oggi non ho trovato su internet qualcuno che facesse menzione di questa trovata che sto per dirvi, per cui, trovandoci nel periodo adatto, ne approfitto per illustrarla casomai potesse tornare utile a qualche altro smanettone come me (ovviamente se realizzate il mulino in questo modo, sarete quasi obbligati a lasciare un commento e ad inviarmi una fotografia ;P).
Premetto che non sono un amante delle cose già belle e fatte, per cui spesso perdo davvero tanto tempo per trovare soluzioni alternative, economiche e ripetibili ad un problema. Uno dei classici problemi di motorizzazione quando si realizza il presepe (ma può essere utile anche in un plastico ferroviario) è la difficoltà di reperire dei motorini che abbiano una velocità sostenuta: i normali motorini in corrente continua che si trovano smontando le macchinine sono troppo veloci e hanno il problema appunto di essere alimentati in continua e di assorbire parecchia corrente, i motori passo passo del tipo di quelli che si trovano nelle stampanti possono essere un buon compromesso, però si alimentano sempre in continua e hanno lo svantaggio di necessitare di un circuito di controllo che però ci permette anche di dosare la velocità in maniera opportuna. La soluzione migliore sarebbe utilizzare un motoriduttore: un sistema completo di motore e ingranaggi di riduzione che possa essere alimentato a 220V.
Mio padre per hobby ripara lavatrici per cui un giorno mi ritrovo ad aprire un cassetto pieno di programmi delle lavatrici (almeno così li chiama lui e non ho idea se sia questo il nome reale di questo componente elettromeccanico).
Il “programma” di una lavatrice è in pratica quella scatola alla quale è collegata la manopola esterna che ci permette appunto di selezionare il programma di lavaggio. Da tale scatola spuntano normalmente numerosi contatti di tipo fast-on maschio ai quali si collegano le pompe, il motore, le elettrovalvole e la resistenza di riscaldamento.
Per farvi capire di cosa sto parlando, questi sono due esempi di programmi da lavatrice:
Le lavatrici moderne non utilizzano più i programmi realizzati in questo modo ma usano piuttosto dei sistemi con microcontrollori e relè.
Notiamo che questi programmi (di tipo vecchio) presentano dalla parte opposta della manopola un piccolo motore che ha un po’ una funzione di “orologio” se vogliamo: tramite un sistema di riduzione permette al programma di essere eseguito nei tempi corretti attivando e disattivando tutta una serie di contatti all’interno del programma stesso mediante la rotazione dell’albero. L’albero ruota e dei dischi scanalati chiudono e aprono i contatti che fanno capo ai faston permettendo l’accendersi della resistenza, l’attivazione dell’elettrovalvola per il richiamo dell’acqua ecc ecc. Un sistema elettromeccanico molto ingegnoso e se vogliamo anche simpatico.
Non tutti i programmi però presentano un motorino che possiamo utilizzare per il nostro scopo, alcuni di questi, difatti, presentano il sistema di riduzione della rotazione all’interno del programma stesso, in pratica è separato dal motore. In programmi invece, il motorino è in realtà un blocco motoriduttore completo. Per spiegarmi meglio, non possiamo utilizzare quei programmi il cui motore si presenta così una volta smontato:
Come vedete questi due motorini sono inutilizzabili: a parte il fatto che sono “aperti” (se li giriamo il perno centrale se ne cade), non hanno un sistema di riduzione. Questo tipo di motorino generalmente è ancorato al programma tramite incastri o linguette piegate.
I motorini buoni (ovviamente intendo buoni per il nostro scopo), invece si presentano così:
Questo illustrato è un motoriduttore: un motorino completo di ingranaggi di riduzione, ce ne possiamo rendere conto dal fatto che il perno di rotazione si trova in posizione decentrata. Questo tipo di motore generalmente è ancorato al programma tramite viti (almeno così si presentavano tutti quelli che ho smontato, appartenenti a lavatrici di marche differenti).
Se diamo tensione a tale tipo di motore (funziona con la normale tensione di rete: 220V) possiamo subito notare come la velocità di rotazione sia lenta e quindi adatta a realizzare un mulino a vento da presepe o comunque un qualsiasi altro automatismo che ci permetta di creare un pastore in movimento o mille altre animazioni che la fantasia ci suggerisce.
Motoriduttori siffatti si trovano anche in vendita sulle bancarelle o nei negozi specializzati in questo periodo natalizio e il loro prezzo si aggira mediamente intorno ai 10/15 euro, ma se dovete buttare via la lavatrice date prima un occhio alla scatola del programma e controllate se questi soldini ve li potete risparmiare. Spesso a volte non si tratta nemmeno del risparmio quanto piuttosto della soddisfazione a realizzare una cosa carina con le proprie mani.
Il mulino da me realizzato è quello illustrato all’inizio dell’articolo. Anche se può apparire complicato realizzare un mulino così, è in realtà molto molto semplice. Ho utilizzato un sottile foglio di compensato unicamente per costruire le pale (in unico blocco) e la facciata frontale del mulino alla quale è ancorato il motoriduttore, intorno è interamente rivestito con il normale sughero inciso a formare un motivo di mattoni, che si trova un po dappertutto sia nei negozi che sulle bancarelle in questo periodo natalizio. Ho aggiunto inoltre una lampadina arancione al neon (di quelle che si trovano sugli scaldabagni, sui ferri da stiro, per l’illuminazione degli interruttori della luce ecc) in parallelo al motore, che illumina il portone di ingresso del mulino.