Andiamo a scuola di Hacker
Beh… Incominciamo innanzitutto col dire che una Scuola di Hacker non esiste e non esisterà mai. Essere Hacker è una filosofia di vita. Wikipedia definisce un Hacker come:
Una persona che si impegna nell’affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai suoi ambiti d’interesse (che di solito comprendono l’informatica o l’ingegneria elettronica), ma in tutti gli aspetti della sua vita.
Questa di Wikipedia è forse la definizione che mi piace di più e riassume in poche parole lo spirito che muove talune persone a raccogliere continuamente sfide, studiare, informarsi per affrontarle e trovare nuove soluzioni. Un hacker è innanzitutto una persona educata, rispettosa delle persone e del lavoro altrui, riconoscente, umile, cerca in tutti i modi di proporre le SUE soluzioni, metterle in pratica, diffonderle, rendere servizio alla comunità, cercare un confronto. Un Hacker non si vanta, un Hacker non si fa pubblicità.
Troppo spesso la parola Hacker viene utilizzata a sproposito, senza che venga dato il giusto merito alle persone che passano il loro tempo nello studio di nuove soluzioni informatiche e tecnologiche in genere, e troppo spesso persone assolutamente imbecilli vengono identificate come Hacker quando la loro giusta collocazione si trova unicamente nella sfera dei Lamer, nonchè in quella dei meschini.
Un Hacker conosce più di due linguaggi di programmazione, conosce più di un sistema operativo, non si limita ad utilizzare gli strumenti forniti dagli altri, craccare un programma e dire “guarda che ho fatto”: un Hacker sa bene cosa c’è dietro uno sniffer, dietro un backdoor, sa come funzionano, sa come si “costruiscono”. Un Hacker sa benissimo che non esiste una “Scuola di Hacker”. Un Hacker quando va via da una stanza la lascia in ordine, pulita forse anche più di prima. Un Hacker non ruba.
La vera, autentica, scuola di Hacker è la nostra vita di ogni giorno: imparare ad accettare o a non accettare le imposizioni, capire perchè sono state messe, che sistema è stato utilizzato per metterle, capire se è giusto che ci siano e se è giusto che continuino ad essere li perchè gente troppo stupida potrebbe fare un cattivo uso delle informazioni che vi si celano dietro. Un Hacker ha l’intelligenza del cuore, dell’anima.
Una delle prime letture utili per entrare in questo mondo, fatto soprattutto di persone intelligenti, speciali, ma soprattutto buone e di grande animo, è sicuramente il Jargon File, del quale potete trovare alcuni links su Wikipedia.
In effetti questo articolo l’ho scritto soprattutto per pubblicizzare l’ottimo lavoro svolto dalla ISECOM (Institute for Security and Open Methodologies – Istituto per la sicurezza e le metodologie aperte): Hacker HighSchool (HHS).
Il progetto HHS è finalizzato soprattutto a fornire materiale informativo su come difendersi in rete stimolando gli interessi su tale materia. Quindi l’obiettivo principale di tali pubblicazioni non è tanto diventare un Hacker nel senso stretto del termine ma averne una buona conoscenza per riuscire a difendersi e risolvere i problemi di sicurezza e di privacy. Attualmente tale progetto consta di 12 fascicoli:
- Essere un Hacker
- Windows e Linux
- Porte e Protocolli
- Servizi e Connessioni
- Identificazione del sistema
- Malware (Virus, Trojan ecc)
- Analisi di un attacco
- Digital Forensics “Casalinga”
- Sicurezza nell’email e privacy
- Sicurezza web e privacy
- Le password
- Internet: legislazione ed etica
Le lezioni illustrano in effetti tecniche di base e molte cose non vengono spiegate proprio perchè è lo “studente” che deve riuscire a trovarsele da solo. I fascicoli possono essere scaricati gratuitamente qui.
Altro articolo interessante su Tom’s Hardware è i 15 attacchi Hacker più devastanti della storia.